mercoledì 14 novembre 2012

MUSIC IS LOVE a singer-songwriters' tribute to the music of CSN&Y


Raramente la discografia italiana ha prodotto un lavoro così ben fatto in termini di musica, di confezione, di note esplicative, di scelte artistiche. La passione per la musica di Crosby, Stills,Nash e Young ha indotto Ermanno Labianca, giornalista, discografico, autore di libri e fanzine su Bruce Springsteen, Francesco Lucarelli, musicista e Peter Holmstedt a concepire e produrre un lavoro che si staglia a livello internazionale per la qualità e la serietà del progetto. Music Is Love è un brillante anche se non altisonante tributo alla musica e alle canzoni di Crosby, Stills, Nash e Young. Attorno a loro è stato costruito un doppio Cd ottimamente registrato, elegantemente impacchettato e fornito di una ricchezza di note e di fotografia da far invidia ai migliori prodotti della Rhino. La passione scorre sotto il raffinato digipack in questione e la Route 61, la indie che lo  ha pubblicato, ha messo in campo  intraprendenza,  coraggio, gusto ed entusiasmo nel realizzare un lavoro che non è solo un elegante e curato oggetto estetico ma, come suggerisce il titolo, un atto d' amore verso la musica.
La celebre canzone di David Crosby del suo irraggiungibile If I Could Only Remember My Name serve da titolo ad un doppio Cd dove sono coinvolti cantanti e cantautori americani, irlandesi e inglesi, ognuno impegnato ad offrire la propria visione della musica di C,S,N&Y, canzoni tratte dal vasto repertorio dei quattro sia in gruppo, in trio, in duo, solista, coi Buffalo Springfield e coi Manassas. Il panorama è ampio e i due Cd invitano ad un viaggio che è un piacere dei sensi e della mente. I nomi dei singer-songwriters non sono tutti noti ma la lettura di ognuno è originale, sentita,  sincera, le registrazioni sono state fatte in studio a New York, in California, in Irlanda, a Londra, Liverpool e in vari centri degli Stati Uniti. Nel booklet interno ognuno dei protagonisti esplicita come sia entrato in contatto con la musica dei quattro ed il motivo della canzone scelta. La partenza è affidata a Ron LaSalle che con la sua voce roca offre una aspra versione folk-rock di For What It's Worth dei Buffalo Springfield, celebre e amato inno antimilitarista. Lo segue Steve Wynn con una spettrale e noise Triad , episodio che trova un giusto contraltare nella rilettura classica e toccante di Helplessly Hoping di Judy Collins aiutata dal piano di Russ Walden, dal basso di Tony Levin e dalle chitarre di Duke Levin. Della serie la classe non è acqua. L'irlandese Liam O' Maonlaì  ragala una rarefatta e nordica Lady Of the Island tratta, come la canzone della Collins, dal disco debutto di C,S&N.  Sugarcane Jane che altri non sono che la cantante Savana Lee Crawford ed il chitarrista/banjoista/cantante Anthony Crawford interpretano con taglio folkie e fingerpicking ma il finale è assolutamente psycho la stupenda Bluebird dei Buffalo Springfield mentre toh chi si rivede Karla Bonoff assieme alla collega Wendy Waldman e ai cantanti John Cowan e Mietek Szczesniak rifanno con inalterata delicatezza la sognante Guinnevere.  Elliott Murphy con la sua band di normanni sceglie Birds di Neil Young imitato da Bocephus King con una stralunata e persa nel diluvio Down By The River mentre i Venice, due cugini californiani coi  rispettivi fratelli che di cognome fanno Lennon, regalano una non memorabile After The Goldrush. La figlia di Stephen Stills, Jennifer si cimenta con la band e degli arrangiamenti di pianoforte, violino e violoncello in Love The One You're With rallentandola nella prima parte e poi lasciandola scorrere come una avvincente melodia rock.

venerdì 9 novembre 2012

Cheap Wine > Based On Lies


I Cheap Wine da 15 anni e 9 dischi sono (quasi) un gruppo punk, ma a dispetto di ciò (e del fatto che non portano t-shirts bucate) e del loro nome, la loro è una musica gourmet. Dopo tutti questi anni e tutta questa strada (queste canzoni e questi show) la loro musica è definitivamente personale 100% Cheap Wine DOC, e non puoi più dire Paisley Underground, Green On Red o Willie Nile. Però come in un prezioso piatto gourmet le loro canzoni, sempre belle e ormai sempre suonate con la maestria dei grandi, sono generose di gusti e retrogusti e sapori sottili, qui una slide guidar, qui un piano o un tocco d'organo che evocano ricordi lontani, titillano le orecchie e danno profondità all'ascolto. La band è in gran forma: una ritmica sempre urgente, che offre alle canzoni il senso dell'inno, una chitarra elettrica tagliente, e sopra ogni altro (a mio gusto) delle tastiere che corrono. Un sound pulito ed elegante come gli Stones del 1978 ma uno spirito indomito da garage band. Bella la voce (che in passato ha sostenuto senza difficoltà cover di Dylan), belli i cori, cariche le canzoni. Waiting On The Door, Lovers Grave, Give Me Tom Waits (give me cheap wine), potrebbero tranquillamente far parte del repertorio di band di culto come le New York Dolls o la J.Geils Band. Il sapore di The Big Blow evoca un affascinante folk rock elettrico metropolitano, mentre il piano di Alessio Raffaelli passa sulle canzoni un new coat of paint che in Based On Lies scivola persino nel jazz e nel blues urbano e in On The Way Back Home in una romantica New York City Serenade. Lost Inside è di quel garage rock che si amava nei Fleshtones dei primi due dischi. The Vampire è un lento notturno di Detroit; To Face a New Day si apre con una chitarra da Neil Young con i Crazy Horse; The Stone chiude l'album con una ballata dissonante e maledetta che odora della sabbia dei deserti del grande ovest di John Ford e dei Wall Of Voodoo.
Un gran bel disco, una grande band. Sarebbe un peccato ignorarli.

Blue Bottazzi

lunedì 5 novembre 2012

Better World Coming Lowlands and friends play Woody


Woody Guthrie nacque in Oklahoma il 17 luglio 1912 e morì in un'ospedale di Brooklyn il 3 ottobre 1967. Due dettagli non privi di significato, perché il primo ha comportato la partecipazione del folksinger alla migrazione degli Okie verso la terra promessa della California nella Grande Depressione all'epoca delle tempeste di sabbia degli anni '30. Il secondo ci è stato narrato nelle storie di Ramblin' Jack Elliott, Arlo Guthrie e Bob Dylan. In mezzo fra i due fatti c'è tutto il songbook delle canzoni politiche di Woody che fanno parte dell'essenza degli Stati Uniti d'America quanto "i parchi di Yellowstone e di Yosemite" (come ha scritto qualcuno). Ma non solo degli USA se i Lowlands, band di Pavia, non dimentica di celebrare i cento anni della nascita di Guthrie con un ottimo disco tributo, a cui partecipano amici del panorama musicale italiano. Perché le storie del singer dell'Oklahoma sono le storie della gente, le storie della working class e della gente comune di cui Woody è stato testimone nel suo girovagare, ed i tassisti Brooklyn, i portuali di NYC, i contadini dell'Ohio non sono persone diverse da quelle della Lomellina e di tutto il mondo. Better World Coming non è certo il primo disco di tributo a Guthrie, ricordo per esempio A Vision Shared, Til We Outnumber Them e Mermaid Avenue. Però è forse quello che si lascia ascoltare più volentieri, per più di un motivo: non soffre della discontinuità delle raccolte corali messe assieme da voci diverse, e non pretende di trasformare le canzoni di Guthrie in canzoni dei Lowlands. Nemmeno cade nella tentazione di suonare rauco e vintage come una registrazione degli anni quaranta; i Lowlands cantano con sincerità, onestà, trasporto ed intensità in un registro acustico che si concentra sull'essenza delle canzoni stesse e non sulla loro apparenza. E così si compie la magia di dare una volta di più vita ed attualità a canzoni scritte da un uomo di cent'anni fa che potrebbe essere ancora qui fra noi a piangere gli stessi problemi e lottare per gli stessi ideali. Per chi queste canzoni non le conosceva ancora e per chi le riascolta con immutato piacere.

(Blue Bottazzi - SUONO)