martedì 24 giugno 2014

Chris Cacavas Edward Abbiati Me And The Devil


La sezione ritmica di questo disco meriterebbe di essere tenuta più alta, come su un disco di rock psichedelico dei Fleshtones! Il disco in effetti stato registrato in cinque giorni in un fienile (o quasi) dalle parti di Pavia nell'agosto dello scorso anno.
Detto questo, le canzoni sono bellissime, le voci romantiche, le armoniche ed il sax evocativi, le tastiere struggenti, le chitarre affilate e malinconiche.
Me and the Devil è un disco che a dispetto della qualità sonora si avvicina molto ad essere un C A P O L A V O R O.
Frutto della collaborazione democratica fra il mitico Chris Cacavas dei mai abbastanza rimpianti Green On Red ed Edward Abbiati dei nazionali Lowlands, è un disco che non ti aspetti, che ti colpisce, ti sconvolge, ti arruffa, un disco che evoca nostalgie di un passato romantico fatto di dischi degli anni ottanta come Gravity Talks, The Lost Weekend, True Believers, Beat Farmers, (Fleshtones), (Del Fuegos), come pure il convitato di pietra, i Crazy Horse di Neil Young.
Un garage rock rurale psichedelico visionario come un film. Canzoni... 

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giovedì 12 giugno 2014

Mandolin Brothers Far Out


Una volta ho definito i Mandolin Brothers la The Band italiana. Uno dei più longevi gruppi nazionali, provenienti dalle risaie della bassa del Ticino, hanno realizzato lavori superbi come il relativamente recente 30 lives! in cui festeggiavano il trentesimo anniversario del gruppo mostrando una assoluta padronanza del suono della Cotton Belt, il rock che da The Band passa per i Neville Brothers per approdare a Little Feat e Ry Cooder.
Far Out, nella livrea verde che non può non ricordarci i pomodorini acerbi dei citati Feat, è bellissimo. Forse il vertice creativo della band ed uno dei migliori dischi anglofoni uscito nel nostro paese. Prodotto da Jono Manson, e con collaboratori come John Popper all'armonica ed all'apporto di una horn section, Far Out si eleva sui suoi modelli per creare un solido ed evocativo rock a marchio registrato delle chitarre, dei cori, delle armoniche, dei fiati, uno rock impressionista che dipinge bajou, delta, salici piangenti e i vasti spazi aperti dell'ovest. Una sequenza compatta di ballate rapide e di danze vivaci dall'allegria contagiosa, che si basano su uno suond collettivo e caldo come, per l'appunto, era quello della mai abbastanza compianta The Band.
È difficile accettare che di questi tempi ed alle nostre latitudini un disco come questo debba rimanere confinato ad una nicchia di carbonari, ma la buona notizia è che per vedere il azione il gruppo non è necessario salire su un Boeing ed un Greyhound, ma è sufficiente consultare il sito dei Mandolin e puntare poi il muso dell'auto verso le risaie.