Centinaia di concerti, migliaia di chilometri, decine di corde rotte, di bacchette spezzate, fiumi di birra, abbracci stritolanti, risate incontrollate, personaggi pazzeschi, follia in libertà nel cuore della notte, esplosioni di adrenalina, energia a tonnellate, diluvi di sudore….. che cosa si nasconde dentro un concerto rock?”
I Cheap Wine tentano di spiegarcelo con questo doppio CD intitolato semplicemente ed eloquentemente Stay Alive! due ore di rock senza tregua con le chitarre a palla e i ritmi pazzeschi che ricrea la magia di un loro show con tanto di set acustico, ballate al neon e rock n’roll al serramanico. Registrato in tre location differenti nell’aprile del 2010 al Fuzz di Pesaro, allo Spazio Musica di Pavia e al Teatro Zeppilli di Pieve di Cento Stay Alive! è la dimostrazione che anche in Italia pulsa un cuore rock, basta cercarlo fuori dai circuiti ufficiali e nelle strade secondarie.
Nonostante il gruppo pesarese non possa contare su un budget da major e su amici che contano, con i mezzi tecnici adeguati alle possibilità e una produzione in proprio i Cheap Wine ce l’hanno fatta e ci consegnano un live che rimarrà nella storia del rock in Italia. Un live ben fatto, registrato come si deve, che trasmette a pieno la carica di un loro show ed esplicita con la ricchezza degli arrangiamenti i lavori ancora in corso nel gruppo che qui, con l’aggiunta del pianista e tastierista Alessio Raffaelli, raggiunge uno status di rock n’roll band internazionale. Stay Alive! non è solo il classico live che un gruppo mette in cantiere per coronare una carriera, e i Cheap Wine se lo meritano visto la lunga e difficoltosa strada percorsa ma più specificatamente è la misura di quanto questa band è maturata, migliorandosi e aprendosi verso temi e suoni che hanno allargato il loro range espressivo ed il loro set.
Due CD, più di un’ora ciascuno. Si comincia con una parte elettroacustica come nei recenti show del gruppo. Spirits ha lasciato il segno e ha portato nuova linfa al loro scenario musicale, le ballate sono avvolgenti e gli intrecci di chitarre acustiche una delizia. Just Like Animals, The Sea Is Down, Circus Of Fools, A Pig On A Lead, le riletture di Murderer Song e Among The Stones, una Nothing Left To Say che con piano e armonica si apre alla Jungleland e la rincorsa delle chitarre di Among The Stones creano uno stato di palpabile attesa con atmosfere sospese tra folk, blues, ballads e melodie avvincenti. Poi arrivano le chitarre elettriche e la storia cambia. Michele Diamantini sale in cattedra e i Cheap Wine sciorinano un rock crudo, folgorante, psichedelico a tratti, underground. Marco Diamantini tiene ferma la barra delle ballate ma è duro timonare una barca che è ormai una ciurma inebriata di rock n’roll. Sono sventolate elettriche in un vento di burrasca, Evil Ghost e poi Shakin’The Cage, un semi-punk lanciato a mille, Youngstown di Springsteen che parte riflessiva e lenta per poi trasformarsi in un urlo di ribellione con un crescendo ad hoc, ottima cover per un gruppo che non ha mai nascosto una sincera sensibilità sociale.
Devastante il secondo CD, qui i Cheap Wine non fanno prigionieri, sono duri, rabbiosi e metropolitani,figli dei giorni del vino e delle rose. Il pianoforte di Raffaelli è il valore aggiunto, un po’ lirico e un po’ honky tonk, le chitarre distorcono, basso e batteria martellano cattive, una dopo l’altro arrivano i classici del loro live set, da Dance Over Troubles, Time For Action e Freak Show presi dall’omonimo album a Snakes, Move Along e City Lights (il consueto ed esaltante piece de resistence chitarristico) presi da Moving, da Leave Me A Drain fino all’irrinunciabile finale corale di Rockin’ In The Free World. Un grande Live.
(letto su Zambo's Place)
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