lunedì 10 novembre 2014
Cheap Wine > Beggar Town
Vent’anni e dieci dischi per i Cheap Wine, la più longeva delle band di Little Italy. Partivano nel novanta con un infuocato punk rock ispirato alla scena Paisley Underground dei Dream Syndicate, da cui prendono anche il nome. Il torrido rock delle chitarre è rimasto nei live show, mentre questo Beggar Town è assai più tranquillo, introspettivo, lento, quasi un disco solista di Marco Diamantini, anche se non ho dubbi che le canzoni verranno vivacizzate in concerto.
In sala d’incisione la ritmica è tenuta a freno, così come la chitarra elettrica di Michele (sempre Diamantini) e le sempre ottime tastiere di Alessio Raffaelli. Qualche momento strumentale si elemosina nell’introduzione di Your Time Is Right Now e nel rock’n’roll di Black Man, mentre la voce di Michele arrotola le sillabe inglesi di molte molte parole (ma anche di Springsteen si diceva che scrive testi troppo lunghi). Keep On Playing mi ha portato alla mente persino la PFM degli anni settanta. Da come la vedo io, il disco decolla sul finale, nella eterea ballata di The Fairy Has Your Wings (For Valeria).
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