domenica 11 gennaio 2015

il meglio del rock italiano di Little Italy nel 2014


Per forza di cose la scena musicale rock italiana vive più di una eccitante scena di live show ed interminabili “endless tour” che di dischi, perché di dischi se ne vendono sempre meno di gruppi americani ed inglesi, figuriamoci di eroi locali. Ma a dispetto dei volumi di vendite, è sorprendente la qualità di questi dischi, che spesso oltrepassa quella dei modelli di oltreoceano.
Le uscite sono tante, underground, e non è certo che io le abbia ascoltate tutte. Fra i dischi che conosco ho voluto estrarne solo tre, per un podio ideale di Little Italy. Eccoli:

(1) Chris Cacavas & Edward Abbiati > Me and the Devil

« Frutto della collaborazione democratica fra il mitico Chris Cacavas dei mai abbastanza rimpianti Green On Red ed Edward Abbiati dei nazionali Lowlands, è un disco che non ti aspetti, che ti colpisce, ti sconvolge, ti arruffa, un disco che evoca nostalgie di un passato romantico fatto di dischi degli anni ottanta come Gravity Talks, The Lost Weekend, True Believers, Beat Farmers, (Fleshtones), (Del Fuegos), come pure il convitato di pietra, i Crazy Horse di Neil Young » (leggi la recensione)

(2) Mandolin Brothers > Far Out

« Far Out, nella livrea verde che non può non ricordarci i pomodorini acerbi dei Little Feat, è bellissimo. Forse il vertice creativo della band ed uno dei migliori dischi anglofoni uscito nel nostro paese. Prodotto da Jono Manson, e con collaboratori come John Popper all'armonica ed all'apporto di una horn section, Far Out si eleva sui suoi modelli per creare un solido ed evocativo rock a marchio registrato delle chitarre, dei cori, delle armoniche, dei fiati, uno rock impressionista che dipinge bajou, delta, salici piangenti e i vasti spazi aperti dell’ovest » (leggi la recensione)

(3) Lowlands > Love, etc...

« Un disco spigliato, spensierato, di piccola sottile poesia e tanta allegria. Edward che canta e suona la chitarra acustica sopra un evocativo accompagnamento di una sezione di fiati e persino di archi, che non può non evocare lo shuffle della E Street Band di Greetings e di The Wild & The Innocent, con la bella ritmica diretta dal Rigo Righetti, la fisarmonica, la chitarra elettrica e tutto il resto. E, lasciatemelo dire, anche il Van Morrison di Moondance. È poco? » (leggi la recensione)

Questo non toglie che di dischi e di canzoni buone ne siano uscite molte altre nel 2014. Un paio di esempi: Mexican Dress dei Red Wine Serenaders di Veronica Sbergia e Max De Bernardi, e The Fairy Has Your Wings (For Valeria) dei Cheap Wine.

Nessun commento: